Testimonianze

La diversità di ruoli e la pluralità di approcci al mondo del lavoro nel cinema sono i tratti distintivi che accomunano le testimonianze al femminile di questa sezione.
Emi De Sica, Silvia e Caterina d’Amico, figlie d’arte, raccontano delle proprie madri: la prima, sottolineando l’inconciliabilità sperimentata da Giuditta Rissone, tra la professione di attrice e la dimensione familiare; le seconde, al contrario, dichiarando di non accorgersi che la propria madre lavorava.
Cecilia Mangini è un caso a sé. Proveniente da una famiglia piccolo borghese che nulla aveva a che spartire con l’ambiente del cinema, sviluppa una passione profonda per quest’arte, cibandosi di film, di nascosto dalla madre, fin dalla prima adolescenza.
E infine, per il momento, le testimonianze di alcune donne che si sono cimentate nella produzione cinematografica. Marina Cicogna – una vita straordinaria – che in una decina d’anni ha prodotto film di grande valore artistico; Marina Piperno, senza alcuna relazione familiare con il cinema, è la prima donna a fondare una propria casa di produzione, dando nuova linfa al genere documentario; e Rosalba di Bartolo, che dalla gestione amministrativa di un’agenzia che si occupa di co-produzioni internazionali, si guadagna il ruolo di direttrice di produzione, al pari dell’amica Mara Blasetti.

Le figlie d’arte raccontano le madri

In questo documentario Emi De Sica, ripercorre le vicende personali e le tappe della carriera di attrice della madre, Giuditta Rissone. Proveniente da una famiglia che da generazioni fa parte del mondo del teatro, non ha avuto la libertà di scegliere il suo destino; una giovinezza avventurosa, ma nel contempo estremamente dura, trascorsa senza sosta, sui palcoscenici nazionali e oltre oceano.
Secondo Emi, per Giuditta, l’emancipazione è arrivata con una famiglia a cui dedicarsi. L’incontro con Vittorio De Sica e la sua nascita, le hanno dato quello status sociale che le ha permesso di dismettere i panni di attrice a cui non ha rinunciato per amore del marito, ma per amore di se stessa.

Le figlie Silvia e Caterina d’Amico dipingono un ritratto di Suso Cecchi d’Amico diverso rispetto alla sua immagine pubblica, costellata di premi e onorificenze, portando alla luce una personalità capace di fondere senza soluzione di continuità famiglia e lavoro; quella stessa disposizione naturale che l’ha resa indispensabile ai molti registi con cui ha lavorato e che hanno trovato in lei una serena accoglienza e comprensione profonda delle loro istanze e incertezze.

Documentario “Mia madre, Giuditta Rissone”
Documentario “Mia madre, Giuditta Rissone”
Lezione di cinema: Suso Cecchi d’Amico
Lezione di cinema: Suso Cecchi d’Amico

Cecilia Mangini
Essere la prima documentarista del dopo guerra italiano

Essere donne (1964), è la prima inchiesta filmata sulle discriminazioni che affliggevano le donne nei luoghi di lavoro e dentro le loro case e fu commissionato a Mangini dal Partito comunista italiano, in vista delle elezioni amministrative. Documentario apertamente sovversivo e di denuncia, non ottenne il premio di qualità dalla commissione ministeriale che in questo modo lo censurò, escludendolo dalla programmazione obbligatoria. Il film ottenne una ricezione diametralmente opposta all’estero. Presentato in concorso al Festival di Lipsia vinse, per i suoi meriti artistici e politici, il premio speciale della giuria.

Le pioniere della produzione del cinema italiano

Marina Cicogna
Marina Cicogna diventa produttrice – una delle prime in Italia – grazie all’acquisizione dell’Euro International Film da parte della madre, discendente di Giuseppe Volpi di Misurata. Colta e anticonformista, Cicogna imprime all’Euro un indirizzo di produzione d’autore molto originale, portando al successo i film di Giuseppe Patroni Griffi, Elio Petri e Pier Paolo Pasolini. La sua attività di produttrice e distributrice, durata all’incirca dal 1966 al 1975, è stata breve, ma ha lasciato un segno di grande innovazione nel cinema italiano.

Marina Piperno
Marina Piperno, prima donna in Italia a fondare nel 1962, una propria casa di produzione cinematografica, la REIAC Film, avvia un’intensa produzione documentaristica, attenta ai processi di decolonizzazione e di liberazione dei Paesi del terzo mondo, che le vale due consecutivi Nastri d’Argento, nel 1967 e 1968. Con il film Sierra Maestra (1969), girato da Antonio Giannarelli nel pieno della guerriglia venezuelana, affronta la fiction e si apre alla collaborazione con la RAI, producendo film sperimentali, documentari scientifici e inchieste.

Rosalba di Bartolo
Rosalba di Bartolo entra nel mondo del cinema per caso, iniziando come segretaria personale del regista Carmine Gallone. Grazie all’ottima conoscenza dell’inglese e del francese viene assunta nell’ufficio amministrazione dell’agenzia International Film Service, attraverso la quale, agli inizi degli anni Sessanta, incontra la già affermata Mara Blasetti. Tra loro nasce un rapporto personale e di lavoro d’eccezione, che aiuterà di Bartolo a raggiungere il livello professionale dell’amica, nella gestione di una produzione cinematografica.

Intervista a Marina Cicogna
Intervista a Marina Cicogna
Intervista a Marina Piperno
Intervista a Marina Piperno
Intervista a Rosalba di Bartolo
Intervista a Rosalba di Bartolo

Cortometraggi tematici

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