Una collaborazione su misura:
Suso Cecchi d’Amico e Anna Magnani
Attrice singolare, Anna Magnani fece fatica a trovare soggetti adatti alla persona schermica che costruì, interpretando il ruolo di Pina in Roma città aperta. I film scritti da Suso Cecchi d’Amico sono tra i pochi che le permisero di interpretare personaggi con cui era a suo agio.
Sezioni percorso
1
Anna Magnani, donna del popolo
2
Suso Cecchi d’Amico e Magnani: una lunga amicizia
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Una Magnani bionda
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Anna Magnani, donna del popolo
Dopo Roma città aperta, Anna Magnani gira parecchi film, nessuno dei quali ripete il grande successo dell’opera di Rossellini. Solo con L’onorevole Angelina di Luigi Zampa (1947) l’attrice ritrova l’umanità che aveva caratterizzato la figura di Pina.
Racconta Zampa: “Avevamo sentito parlare, Suso Cecchi d’Amico, Piero Tellini ed io, di una donna del popolo che a Città Giardino aveva guidato l’occupazione delle case e che era diventata così popolare nel quartiere, che era stata spinta a presentarsi candidata alle elezioni. Decidemmo di farne un film e pensammo subito ad Anna Magnani come protagonista. La inserimmo in un gruppo di popolane vere che avevano vissuto quell’esperienza, ed Anna si adattò immediatamente, come una di loro. Aveva una grande capacità di assorbire l’ambiente e restituire con la sua recitazione il senso di una realtà vera“. [Giancarlo Governi, Nannarella, 1981]
Il nome di Magnani compare anche nella lista degli sceneggiatori in riconoscimento del suo contributo all’elaborazione del film.
Racconta Zampa: “Avevamo sentito parlare, Suso Cecchi d’Amico, Piero Tellini ed io, di una donna del popolo che a Città Giardino aveva guidato l’occupazione delle case e che era diventata così popolare nel quartiere, che era stata spinta a presentarsi candidata alle elezioni. Decidemmo di farne un film e pensammo subito ad Anna Magnani come protagonista. La inserimmo in un gruppo di popolane vere che avevano vissuto quell’esperienza, ed Anna si adattò immediatamente, come una di loro. Aveva una grande capacità di assorbire l’ambiente e restituire con la sua recitazione il senso di una realtà vera“. [Giancarlo Governi, Nannarella, 1981]
Il nome di Magnani compare anche nella lista degli sceneggiatori in riconoscimento del suo contributo all’elaborazione del film.


2
Suso Cecchi d’Amico e Magnani: una lunga amicizia
Suso Cecchi d’Amico scrisse quattro film più un episodio per Magnani, che conosceva da quando l’attrice frequentava l’Accademia di Arte Drammatica, fondata dal suocero Silvio d’Amico. “Per me era un libro aperto. Non potevo commettere errori quando scrivevo per lei, non era un’opzione. I film che ho scritto per lei, come Bellissima [di Visconti] e Nella città l’inferno di Castellani, sono stati fatti su misura “: dichiarò in un’intervista del 2002.
Le due donne strinsero amicizia durante la lavorazione de L’onorevole Angelina e, secondo Patrizia Carrano, da allora Magnani chiedeva sempre consigli a Suso sui copioni da girare [Tutto su Anna. La spettacolare vita di Anna Magnani, 2023]. Secondo la figlia di Suso Cecchi, Silvia d’Amico, Anna Magnani non era un’amica facile a causa della sua cronica diffidenza nei confronti degli altri.
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Una Magnani bionda
L’ultimo film scritto da Cecchi d’Amico con Magnani protagonista fu Risate di gioia (Mario Monicelli, 1960), ispirato a un racconto di Alberto Moravia. Suso Cecchi d’Amico era autrice della sceneggiatura – che è conservata nel fondo – insieme ad Age, Scarpelli e Monicelli stesso.
Il film racconta di una comparsa di Cinecittà (interpretata da Totò, con cui Magnani aveva lavorato in teatro), che a Capodanno cerca disperatamente compagnia, passando una nottata piena di disavventure.
Il film racconta di una comparsa di Cinecittà (interpretata da Totò, con cui Magnani aveva lavorato in teatro), che a Capodanno cerca disperatamente compagnia, passando una nottata piena di disavventure.
Racconta Furio Scarpelli: ‘Secondo noi, il personaggio di Anna doveva avere un’aria un po’ sdruscita, da perdente. Ma Anna non se la sentiva di essere così smunta, un personaggio pieno di desideri, di sogni, di illusioni, vestita con uno straccetto che aveva la pretesa d’essere elegante e invece riusciva a fare soltanto un po’ di pena e tenerezza. Pretese un vestito bellissimo, la stola di volpe, un insieme prestigioso. Forse sbagliammo noi a darle retta: quando ti trovi davanti un grande attore, una grossa personalità, sei tu che in qualche modo devi andargli dietro’ [Carrano, Tutto su Anna].