La fortuna di lavorare con Suso Cecchi d’Amico
Suso Cecchi d’Amico ha avuto un rapporto di lavoro non facile con il regista Alessandro Blasetti. Il legame d’affetto e d’amicizia tra i due fu messo a dura prova dagli approcci contrastanti alla commedia, che si sono cristallizzati durante l’elaborazione della sceneggiatura di La fortuna di essere donna (1956).
Sezioni percorso
1
Suso Cecchi d’Amico, talent scout
2
Cecchi d’Amico e Blasetti: un rapporto contrastato
1
Suso Cecchi d’Amico, talent scout
Peccato che sia una canaglia (1954) di Alessandro Blasetti è il film che ha lanciato Sophia Loren ed è anche la prima volta in cui la coppia Sophia Loren – Marcello Mastroianni compare sullo schermo. I due attori reciteranno insieme anche in un lungometraggio successivo di Blasetti, La fortuna di essere donna (1956).
La stessa Cecchi d’Amico, in Scrivere con gli occhi – lo sceneggiatore come cineasta. Il cinema di Suso Cecchi d’Amico, ricorda:
“Per Peccato che sia una canaglia imponemmo con Flaiano la presenza della Loren, bellezza straordinaria che vedemmo casualmente un giorno. La imponemmo al posto della Lollobrigida e inventammo la coppia Loren-Mastroianni“.
“Per Peccato che sia una canaglia imponemmo con Flaiano la presenza della Loren, bellezza straordinaria che vedemmo casualmente un giorno. La imponemmo al posto della Lollobrigida e inventammo la coppia Loren-Mastroianni“.

2
Cecchi d’Amico e Blasetti: un rapporto contrastato
“‘Lavorare con Blasetti non era facile, soprattutto per via della sua estraneità alla vita comune’, sosteneva Suso. ‘Lui era un bellissimo regista, ma non era un autore nel modo più assoluto…. Il primo film era bellino, il secondo meno, perché Blasetti non conosceva il mondo, proprio. Era di quella gente che non conosce il mondo in cui vive. Se devi fare la realtà, se non la drammatizzi è un disastro. Infatti, Peccato che sia una canaglia è carino perché c’era De Sica che guidava il comico e insegnò alla Loren. Nel secondo non c’era e quindi è venuto un po’ falso‘”. Con queste parole la sceneggiatrice soppesa gli esiti di pellicole cinematografiche dirette dal regista romano, in La fabbrica del riso. 32 sceneggiatori raccontano la storia del cinema italiano.
Suso scrisse i due film insieme a Ennio Flaiano e Sandro Continenza. È conservata presso l’archivio Blasetti la corrispondenza di Suso, che solitamente comunicava con il regista anche a nome degli altri sceneggiatori.
In una lettera datata 15 luglio 1955, scritta da Suso e firmata anche da Flaiano e Continenza, i tre pregano il regista di non pensare a La fortuna di essere donna come un potenziale capolavoro ma piuttosto come una semplice commedia dal sapore moderno.
Un’altra lettera, del 22 dicembre 1955, scritta da Suso a mano, esprime sentimenti di risentimento verso Blasetti, mettendo in questione anche la loro amicizia. Obietta al rimprovero mossole dal regista, che la accusava di tradire una confidenza per aver criticato con gli altri sceneggiatori gli interventi del regista nel testo da loro scritto.
In alcune pagine della quarta versione della sceneggiatura, si notano alcune modifiche e una nota, in cui Suso riporta un commento di Continenza che esprime la sua frustrazione per i continui tagli e cambiamenti di Blasetti: ‘Non ci capisco più niente e finisco sempre per pensare ch’era meglio la prima [versione]’.
Suso scrisse i due film insieme a Ennio Flaiano e Sandro Continenza. È conservata presso l’archivio Blasetti la corrispondenza di Suso, che solitamente comunicava con il regista anche a nome degli altri sceneggiatori.
In una lettera datata 15 luglio 1955, scritta da Suso e firmata anche da Flaiano e Continenza, i tre pregano il regista di non pensare a La fortuna di essere donna come un potenziale capolavoro ma piuttosto come una semplice commedia dal sapore moderno.
Un’altra lettera, del 22 dicembre 1955, scritta da Suso a mano, esprime sentimenti di risentimento verso Blasetti, mettendo in questione anche la loro amicizia. Obietta al rimprovero mossole dal regista, che la accusava di tradire una confidenza per aver criticato con gli altri sceneggiatori gli interventi del regista nel testo da loro scritto.
In alcune pagine della quarta versione della sceneggiatura, si notano alcune modifiche e una nota, in cui Suso riporta un commento di Continenza che esprime la sua frustrazione per i continui tagli e cambiamenti di Blasetti: ‘Non ci capisco più niente e finisco sempre per pensare ch’era meglio la prima [versione]’.