Above and Below the Line
Il lavoro delle donne nel cinema italiano
del dopoguerra
Molte donne hanno lavorato nell’industria cinematografica italiana del dopoguerra. Se per lungo tempo registe e produttrici sono state pochissime, le donne hanno ricoperto tanti altri ruoli: segretaria di edizione, montatrice, assistente alla regia, costumista, parrucchiera e truccatrice. Spesso hanno lavorato in condizioni difficili per via della dominazione numerica e culturale maschile che relegava le donne, in base a pregiudizi di genere, in ruoli minoritari.
Questa distinzione è stata rafforzata da un’usanza che caratterizza l’organizzazione del lavoro nella sfera della produzione cinematografica e che appare evidente se si osserva la struttura del budget di un film. Fin dalle origini, nell’industria hollywoodiana, si usava tracciare graficamente una linea che operava una netta distinzione tra i costi artistici, a cui venivano attribuiti i valori più importanti e quindi si trovavano sopra la linea, mentre sotto erano elencati i costi tecnico-produttivi. Anche oggi quando ci si riferisce ai contributi creativi si usa l’espressione above the line e per quelli organizzativi below the line.
Questo percorso espositivo vuole rendere omaggio ad alcune donne che hanno lavorato in diversi settori del cinema nazionale e, nel caso di Anna Baldazzi, mostrare come la fotografia di reportage si sia relazionata con il ‘dietro le quinte’ della produzione di un film. Pur se sono rimaste nell’ombra, molte di loro hanno contribuito in modo decisivo allo sviluppo e alla fama internazionale del cinema italiano.
Escluse le attrici, in quel periodo storico, le professioniste ‘sopra la linea’ (registe, sceneggiatrici, produttrici) hanno rappresentato un numero esiguo rispetto ai colleghi del sesso opposto. Tra le personalità in mostra, solo Suso Cecchi d’Amico ha ottenuto ampi riconoscimenti dall’industria e conquistato notorietà.
Tutte le altre, quelle below the line, solo in rarissimi casi hanno ricevuto forme di gratificazione pari alla dedizione con cui hanno svolto la loro professione. Eppure, con la loro fantasia e la loro inventiva, hanno di fatto sfidato e spesso superato le fitte maglie che separavano, nella creazione cinematografica, la dimensione artistica da quella produttiva e organizzativa.

