Suso Cecchi d’Amico


Biografia
Roma, 21 luglio 1914 – Roma, 31 luglio 2010
Universalmente riconosciuta come ‘la signora del cinema italiano’, Suso Cecchi d’Amico è stata la più produttiva e stimata fra gli sceneggiatori dell’Italia del dopoguerra, firmando da autrice e co-autrice oltre 140 sceneggiature in quarant’anni di carriera.
Figlia del critico letterario fiorentino Emilio Cecchi e della pittrice e scrittrice Leonetta Pieraccini, Suso Cecchi cresce in un ambiente familiare colto, frequentando letterati e molti membri della comunità cinematografica romana. Nel 1938 sposa il musicologo Fedele d’Amico, da cui avrà tre figli.
Nel 1945, per mantenere la famiglia in assenza del marito, comincia a occuparsi di traduzioni e a scrivere per alcune riviste. Fu allora che il produttore Carlo Ponti le propone di collaborare alla sceneggiatura di Mio figlio professore (Renato Castellani, 1946).


Tra i suoi lavori, spesso scritti in collaborazione con altri, secondo un’usanza diventata programmatica nel cinema Italiano del dopoguerra, ci sono pellicole importanti come Ladri di biciclette di Vittorio De Sica (1948), e molte opere di Luchino Visconti, tra cui Bellissima (1951), Rocco e i suoi fratelli (1960) e Il Gattopardo (1963). Ha sperimentato più generi, compresa la commedia: ricordiamo almeno Peccato che sia una canaglia di Alessandro Blasetti (1954) e I soliti ignoti di Mario Monicelli (1958).
Molti altri importanti cineasti, fra i quali Antonio Pietrangeli, Luigi Comencini e Francesco Maselli, si sono affidati allo straordinario senso visuale di Cecchi d’Amico, che le permetteva di tradurre storie redatte su carta in immagini, al servizio di una visione creativa condivisa.
Inoltre, era risaputo che la sceneggiatrice aveva un particolare talento nel comprendere la psicologia del regista che l’aveva chiamata, trovando spesso soluzioni pragmatiche in grado di soddisfare sia la creatività del cineasta sia le esigenze del produttore.
La sua bravura viene riconosciuta a livello internazionale, come dimostra la sua collaborazione con William Wyler per Vacanze Romane (1953). Il nome di Cecchi d’Amico compare nei titoli di testa solamente nella versione italiana del film, benché abbia svolto un ruolo importante nell’adattare per il grande schermo le atmosfere del dopoguerra, evitando cliché e stereotipi datati. Il tanto celebrato giro in Vespa di Audrey Hepburn e Gregory Peck per le strade di Roma è uno dei frutti di questo processo di rielaborazione.
Cecchi d’Amico ha continuato a lavorare fino ai primi anni del ventunesimo secolo, scrivendo anche per la televisione. Ha firmato la sua ultima sceneggiatura cinematografica nel 2005 (Raul – diritto di uccidere, di Andrea Bolognini).
Durante la sua carriera pluridecennale ha ricevuto molti premi e riconoscimenti, tra cui ben sette Nastri d’Argento e sei David di Donatello, e, nel 1994, ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia.


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